Fa ancora discutere quanto si è visto a Miami nel match tra Matteo Berrettini ed Andy Murray: il problema dell’azzurro è apparso evidente
Tornato in campo la settimana prima nel Challenger di Phoenix, in Arizona, dopo quasi sei mesi e mezzo di inattività prolungata, Matteo Berrettini aveva fornito ottimi segnali. Dopo la finale persa contro il portoghese Nuno Borges al termine di due combattutissimi set, l’azzurro ha mantenuto la parola (con se stesso e con i suoi tifosi) entrando direttamente nel main draw del Masters 1000 di Miami grazie al ranking protetto.
Accoppiato con Andy Murray – già incrociato in passato nell’epica battaglia degli Australian Open del 2023, quando lo scozzese aveva prevalso 7-6 al quinto respingendo la rimonta dell’azzurro – in un primo turno suggestivo, Berrettini ha fatto suo il primo parziale, prima di inseguire il rivale nel punteggio nel secondo set.
Se fosse stato preventivabile un calo fisico durante l’incontro (la terribile umidità della Florida aveva già colpito il giovane talento francese Cazaux, peraltro battuto da Matteo a Phoenix, costretto al ritiro nelle qualificazioni dopo uno svenimento), nessuno avrebbe mai immaginato di assistere a quanto visto nel momento in cui Berrettini, impegnato nel suo turno di battuta, si è improvvisamente accasciato.
Giramenti di testa, uno svenimento probabilmente sfiorato e un viso che la diceva lunga sullo stress fisico in atto hanno allarmato non poco lo stesso giocatore che non ha esitato a fare ricorso alle cure mediche, assistito anche dal suo staff. Integratori, idratazione, misurazione della pressione: tutti step necessari per farlo tornare in campo. Missione compiuta, sebbene poi il match sia andato definitivamente dalla parte di Murray.
Berrettini, ecco cosa succede al tennista azzurro
Intercettato da Mowmag.com sul momento del tennis italiano – dalle prodezze di Jannik Sinner al difficile periodo di Lorenzo Musetti passando per lo stesso percorso di Berrettini dal rientro in campo in poi – Luca Bottazzi, ex giocatore del circuito ATP, oggi docente universitario e scrittore, si è fatto un’idea ben precisa di cosa sia accaduto a Matteo a Miami. Parole inequivocabili, le sue.
“Penso che lui sia in evidente affanno nel tentativo di recuperare una forma fisica stabile. Basta guardarlo e si capisce che è in sovrappeso. Ritengo che sia già una conquista che abbia giocato cinque match senza ritirarsi“, ha esordito Bottazzi.
“Sono due facce della stessa moneta che però è trasparente: da un lato Matteo è in evidente difficoltà, sono mesi e mesi che si riposa, entra ed esce dai tornei, si iscrive e non va. Questa volta invece è riuscito a fare cinque partite di fila senza ritirarsi, per cui almeno guardiamo il lato positivo“, ha concluso l’ex tennista.
Berrettini tornerà in campo la prossima settimana all’Atp 250 di Marrakech, primo torneo della stagione su terra battuta.
